lunedì 20 aprile 2009

Le richieste ignorate

Autore: Stefania

Sul quotidiano La Repubblica nelle date 18 e 19 aprile sono state pubblicate due notizie non condivise da altro quotidiano nè menzionate in alcun telegiornale e rappresentano la "prova provata" che gli enti locali (nella persona del Sindaco de L'Aquila) avevano chiesto aiuto al Governo, il quale, ad ogni richiesta di spiegazione sulla mancata prevenzione o allerta nel caso in cui si fosse verificato ciò che poi è accaduto, ha sempre risposto che il nostro è un Paese sismico ed è impossibile mettere in emergenza tutti i posti dove si avverte una scossa di terremoto.. Se in assoluto questa risposta potrebbe anche avere un senso, nella situazione specifica de L’Aquila proprio non direi, visto che le scosse di terremoto che si sono susseguite negli ultimi mesi non rientrano nella definizione di “casi sporadici e assolutamente non preoccupanti”. Dalla parole contenute in una lettera invitata dal Sindaco de L'Aquila a Bertolaso quattro giorni prima del terremoto si evince che “negli ultimi tre mesi e mezzo sono stati oltre 180 movimenti tellurici, di cui più di 40 distintamente avvertiti dalla popolazione. Negli ultimi 4 giorni le scosse sono state ben 16.. il cui picco è stato rilevato nel primo pomeriggio dello scorso 30 marzo con magnitudo 4”. Quindi entrambe le richieste di aiuto sono state sapientemente ignorate.
In tutta risposta su tutti i quotidiani si legge come Berlusconi preferisca prima ricostruire e poi fare le inchieste.. (“diamo spazio alla ricostruzione, non mettiamo l’accento su cose ormai accadute” anche perché “penso che le inchieste possano arrivare a dire che non ci sono responsabilità” Corriere della Sera del 19 aprile). Questo mi sembra l’ennesimo sberleffo da parte del nostro Presidente del Consiglio. Si continua così a rimpallare (sino a negare) le responsabilità (che ci sono eccome) da una parte all’altra.
Su La Repubblica di ieri 19 aprile vi è la notizia che il Pm vuole far entrare all'interno dell' inchiesta avviata per stabilire di chi sia la responsabiltà di quanto successo, il telegramma ignorato.. che sia per questo motivo che il Premier desidera glissare su ogni eventuale inchiesta..?
Di seguito il telegramma che verrà acquisito agli atti e che nessun mezzo di informazione ha divulgato.
Così il sindaco chiese aiuto prima del sisma

Repubblica — 18 aprile 2009 pagina 9 sezione: CRONACA
L' AQUILA - Una richiesta d' aiuto. Cinque giorni prima della tragedia. Contenuta in un telegramma urgente. Una richiesta rimasta inascoltata. Mittente, il Comune dell' Aquila. Destinatari, la presidenza del Consiglio dei ministri (dipartimento della Protezione civile), il governatore della Regione Gianni Chiodi, l' assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati e la Prefettura dell' Aquila. Oggetto: una istanza per la dichiarazione dello "stato d' emergenza" per la città dell' Aquila, assieme alla segnalazione dello sciame sismico in corso, e di gravi lesioni ad edifici pubblici e privati. Per colpa del terremoto. Già, perché all' Aquila il terremoto c' era già, da mesi, con una frequenza sismica ormai quotidiana. La scossa del 30 marzo scorso (con un quarto grado di magnitudo) aveva poi scatenato il panico in città con l' evacuazione di diversi uffici pubblici, oltre a lesioni gravi per migliaia di palazzi. Con una stima dei danni pari a 15 milioni di euro. Era stata, finoa quel momento, la scossa più forte registrata all' Aquila dal 1967. E anche questo aveva spinto il sindaco Massimo Cialente a spedire un telegramma a Palazzo Chigi. Ma quella missiva (recuperata solo ora tra le macerie degli uffici comunali) cadde nel vuoto. Del resto, proprio per la presenza dello sciame sismico e la paura diffusa nella provincia aquilana - appena il giorno prima - su richiesta del capo della protezione civile Guido Bertolaso, si era riunita all' Aquila la Commissione Nazionale Grandi Rischi. Una riunione che però non aveva - evidentemente - tranquillizzato Cialente. Che il giorno dopo decise di scrivere il telegramma. Questo il testo: «In relazione ai gravi e perduranti episodi di eventi sismici il cui inizio risale al 16 gennaio scorso, sotto forma di quotidiano sciame sismico di complessive 200 scosse e oltre, culminato con scossa di quarto grado il 30 marzo scorso, chiedesi urgentee congruo stanziamento di fondi per prime emergenze, nonché dichiarazione stato emergenza ai fini dell' effettuazione dei necessari interventi di ripristino idoneità degli edifici pubblici e privati. Inoltre, si segnalano in particolare gravissimi danni strutturali in due edifici scolastici ospitanti cinquecento alunni». Per il sindaco, oggi, questo telegramma ha il sapore di una drammatica beffa. «Ho fatto tutto il possibile... Adesso dobbiamo solo ricostruire ciò che abbiamo tragicamente perso. Piangere il nostro dolore e andare avanti». Più dura la posizione della presidente della Provincia dell' Aquila, Stefania Pezzopane: «La settimana tra il 30 marzo e il 5 aprile, è stata fatale per il nostro territorio. Lanciavamo continui appelli, la gente fuggiva in strada per paura delle scosse. Ci era stato detto che la nostra era una psicosi, che avremmo dovuto avere un atteggiamento diverso, di serenità. Invece...». E prosegue: «Possibile che le due scosse avvenute la notte del 5 aprile, poche ore prima della tragedia, non abbiamo fatto suonare un benché minimo campanello d' allarme? Molti di quelli che si sono salvati, quella notte hanno dormito in macchina...». - GIUSEPPE CAPORALE

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